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ANELLO E CIMA DEL MONTE SOLENNE

Trekking

Anello con cima
Lunghezza: 11,8 Km
Difficoltà: E*
Dislivello in salita: 826 m
Acqua lungo il percorso: due fonti di acqua non controllata, ad andamento stagionale
Tempo stimato: 5 ore (escluse pause)

Anello senza cima
Lunghezza: 8 Km
Difficoltà: E*
Dislivello in salita: 566m
Acqua lungo il percorso: due fonti di acqua non controllata, ad andamento stagionale
Tempo stimato: 3 ore e 30 min (escluse pause)

*Secondo scala difficoltà escursionistiche CAI

ANELLO E CIMA DEL MONTE SOLENNE

Il sentiero (608a) consente di raggiungere la cima del monte Solenne (1286 m.), evitando la diretta tra le roccette, mantenendosi quasi interamente all’ombra.
Consente, grazie alle radure di pascolo che si aprono improvvise nella lecceta, di godere di panorami straordinari.
Ci sono due modi di approcciare l’anello e la cima del Solenne, da Loreno e dalla Sella di Ancaiano (Loc. Immagine).

Da Ancaiano:
Da Ferentillo salite (in macchina) seguendo le indicazioni per Ancaiano quindi poco prima di aver raggiunto l’abitato svoltate bruscamente a destra seguendo indicazioni Le Cese per 5 km.
Al valico c’è una comoda piazzola per lasciare la macchina dove si vede un segnale posto dalla regione che indica il sentiero (608).
Lasciata la macchina al valico si imbocca lo stradone che lasciando sulla destra due fabbricati abbandonati risale dolcemente il versante settentrionale del Monte Solenne.
Superiamo quindi due Fontanili in rapida successione (si tratta di acqua non controllata per cui volendosene aprovvigionare è fortemente consigliato l’uso di un potabilizzatore).
Lo stradone biforca e noi prenderemo decisamente in salita sino ad un nuovo bivio, chiaramente indicato, che conduce ad una strada forestale in falsopiano.
Qui, appena la strada inizia a scendere per terminare l’ampia zona di taglio, abbiamo rinvenuto l’antico sentiero che costeggiava il monte in leggera salita.
Seguiamolo sino a trovare un’indicazione sulla destra che ci invita a raggiungere la cima.
Se decidiamo di proseguire, alcune svolte create per alleggerire l’impegno della salita ci condurranno fuori dalla lecceta e da qui, seguendo una traccia che costeggia a pochi metri il colmo della cresta orientale, raggiungiamo la cima.
Sulla cima, oltre al superbo panorama, vale la pena di segnalare un cippo trigonometrico che riporta la targa commemorativa, raro caso di memoria laica su una cima, di un topografo “Ezio Monni” che ne curò il ripristino.
Qui se ci rendiamo conto di essere troppo stanchi per proseguire l’anello che presenta ancora alcune centinaia di metri di dislivello, come pure se il meteo fosse improvvisamente peggiorato, non dobbiamo fare altro che scendere in direzione nord-ovest costeggiando la recinzione perfettamente reperibile anche in caso di visibilità scarsa, e raggiunto l’ampio pianoro sottostante, seguire le tracce sempre più evidenti di fuoristrada che presto divengono una vera e propria strada che rapidamente porta al rifugio forestale della caprareccia sempre aperto.
In breve tempo, seguendo la strada sterrata, possiamo tornare sui nostri passi e raggiungere la nostra macchina.
Se invece vogliamo proseguire l’anello scendiamo dalla cima a riprendere il nostro sentiero che in breve ci conduce alle rovine della casetta.
Questo rudere, la cui unica fonte di approvvigionamento d’acqua era una cisterna, potrebbe essere antichissimo.
Si presume che per alcuni decenni dopo l’abbandono sia stato usato come appostamento di caccia. Proseguiamo ancora in discesa nella lecceta sino a risalire leggermente incontrando il sentiero 608. Una irta salita ci porterà alla sella (Colle Cianino) dove il sentiero costeggiando il rimboschimento aggira il versante occidentale del Monte Solenne. Da qui seguendo i segnali ritornate alla vostra macchina.

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